In questo articolo si tratterà il tema della genitorialità o parenting, quali sono i meccanismi psichici, le emozioni che si innescano nei futuri genitori. Quando si diventa genitori che tipo di processo relazionale si instaura con il proprio figlio/a? Se è una relazione basata sull’accudimento si parla di parenting funzionale, mentre se nella relazione l’accudimento è carente o non è orientato su i bisogni del figlio/a si parla di parenting disfunzionale.
Quando si decide di mettere al modo un figlio la coppia si trasforma, si diventa genitori. Ma cosa cambia all’interno della relazione? Che significa diventare genitori? Cosa si innesca nella mente dei futuri genitori? La nascita di un figlio può essere considerato un evento stressante? Questi possono essere alcuni degli interrogativi che si pongono i futuri genitori. Vediamo nello specifico cosa succede si intende per genitorialità.
La genitorialità o parenting, è un processo psichico mediante il quale sia una donna che un uomo diventano genitori, l’immagine di sé come madre e padre non si innesca automaticamente con l’evento della nascita di un bambino, bensì si fonda sullo spazio che i partner costruiscono nella propria mente al fine di contenere l’idea di un figlio. Lo spazio creato nella mente dei partner è strettamente connesso all ’immagine dei propri genitori, del rapporto, reale e/o fantasmatico, instaurato lungo gli anni con loro e all’ immagine di sé come figli (Di Vita e Brustia, 2008).
L’esperienza della genitorialità è legata a un potente processo di riorganizzazione intra e interpsichica che tende a modificare la fisionomia dei legami (Ammaniti, 2001). La funzione genitoriale, non equivale semplicemente a un insieme di pratiche educative riguardo il modo di allevare i figli, è una realtà più complessa che comporta delle specifiche abilità che si apprendono nel tempo; le azioni dei genitori sono strettamente legate a un insieme di cognizioni, verso le quali spesso c’è inconsapevolezza, che riguardano lo sviluppo e l’educazione (Errante, 2006).
Il parenting è “ il processo relazionale finalizzato all’accudimento”. Questo è “co-determinato dal bambino e dall’adulto identificato come figura di riferimento, si realizza in una dimensione spazio-temporale e socio-culturale e promuove lo sviluppo fisico e psico-socio-culturale-educativo del bambino”. (Paradiso, 2015). Il parenting, infatti, condiziona il benessere e il malessere fisico e psicologico del bambino e favorisce o ostacola i processi di sviluppo e crescita fisica e psicologica. In questo senso il parenting può essere osservato in una dimensione di protezione, quando è funzionale allo sviluppo, se c’è del di rischio e compromissione nell’accudimento si parla di parenting disfunzionale e maltrattante.
La nascita di un figlio determina numerosi cambiamenti non solo nel singolo genitore, ma anche all’ interno delle dinamiche di coppia: i genitori devono effettuare il passaggio da “relazione a due” a “relazione a tre”, accettando di ricostruire, anche a livello pratico, la quotidianità, ora caratterizzata primariamente dalla comprensione e soddisfazione delle necessità infantili e dalla ricerca del giusto equilibrio tra stili educativi eccessivamente permissivi da un lato e marcatamente esigenti o manipolatori dall’altro). I genitori con un basso senso di autoefficacia tendono a non essere disponibili con i figli e a non svolgere pienamente il loro ruolo di “base sicura”, sviluppano un parenting disfunzionale dovuto alla difficoltà dell’adulto di sostenere adeguatamente il figlio (Massie, 2002). Un altro aspetto di notevole importanza sono i vissuti che emergono sotto forma di feed back nella transizione alla maternità e paternità, biologica o adottiva, o in relazione all’ accudimento. Se emergono sottoforma di paura o ansia c’è il rischio di sviluppare un parenting disfunzionale, mentre se i feedback emergono sotto forma di un ricordo positivo o sereno, si parla di un parenting funzionale.
Durante il periodo della gravidanza possono capitare degli eventi che possono essere definiti stressanti come: vissuti di solitudine da parte della futura mamma, mancanza di supporto del partner, mancanza di supporto delle famiglie d’origine, etc.. ma con l’aiuto di un professionista attraverso un percorso di supporto psicologico alla coppia riusciranno ad elaborare gli eventi accaduti. Nel caso in cui gli eventi stressanti non vengono elaborati e lo stress raggiunge un grado clinicamente significativo si parla di distress genitoriale. Il distress genitoriale è causato da un accudimento precario o ambivalente, non orientato ai bisogni del bambino: il caregiver non riesce a riconoscere i bisogni del bambino/a e di conseguenza a rispondere ai bisogni evolutivi del figlio e trasferisce su di lui richieste che non è in grado di capire e decodificare. In molti casi il genitore ha delle difficoltà a rendersi disponibile al figlio, ad entrare in relazione con lui sul piano affettivo e cognitivo. L’effetto finale è un ambiente familiare caratterizzato da messaggi contraddittori, da proposte non orientate alla fase di crescita e sviluppo del bambino. Il caregiver non è in grado di gestire le dinamiche familiari specifiche del percorso di crescita di un figlio, di riconoscere e soddisfare i bisogni di sviluppo primari affettivi, sociali e culturali, di agire i comportamenti di monitoring nelle attività dei figli, di regolazione emotiva e comportamentale. E’ un genitore che non riesce ad adeguarsi alle tappe di sviluppo del figlio e a modulare il comportamento sui bisogni primari del bambino (alimentazione, sonno, controllo sfinterico, cura del corpo) determinando una situazione di deregulation educativa-emotiva-fisiologica che compromette lo sviluppo complessivo del bambino. Inoltre il parenting disfunzionale influenza la formazione della rappresentazione di sé e dell’altro, il legame di attaccamento e i conseguenti modelli operativi interni.
Per concludere si può sintetizzare come il parenting, è un processo che lega le generazioni come un filo rosso e attraverso i processi di interiorizzazione dei sistemi di accudimento forma un sistema di “trasmissione intergenerazionale del parenting”. Il parenting è un costrutto centrale nella psicologia dello sviluppo, nella psicologia clinica e di comunità poiché rappresenta uno dei processi relazionali di base della nascita psicologica del bambino ( Stern, 1987l) e il principale fattore protettivo e di rischio del benessere/malessere dell’infanzia.
Bibliografia
- Ammaniti M. (a cura di) (2001), Manuale di psicopatologia dell’infanzia, Raffaello Cortina Editore
- Brazelton B., Greenspan S., I bisogni irrinunciabili dei bambini, Cortina
- Di Vita A., Brustia P. (2008), Psicologia della genitorialità; modelli, ricerche e interventi, Antigone Edizioni
- Errante M. (2006), Il sostegno alla genitorialità, in Di Vita A., Garro M. (2006), Il fascino discreto della famiglia; mutazioni familiari e nuove competenze, Franco Angeli
- Fonzi A. (2001), Manuale di psicologia dello sviluppo, Giunti Editore
- Massie H., Szanberg N. (2002), The relationship between mothering in infancy, childhood experience and adult mental health: result of the brody prospective longitudinal study from birth to age 30, in “International Journal of Psychoanalysis”, n°1, pp.35-55
- MacCoby E, Martin J. (1983), The role of psychological research in the formation of policies affecting children, in “Annual Progress in Child Psychiatry & Child Development”,